La domanda è banale, eppure la risposta è tutt’altro che scontata. In questi anni di politica di prossimità ho constatato che tante piccole realtà hanno difficoltà a portare avanti le proprie iniziative culturali. Se questo da un lato è sicuramente dovuto all’inesperienza e alla mancanza di una loro struttura organizzativa, dall’altro, tuttavia, ho dovuto constatare che ciò è dovuto anche alla complessità della macchina amministrativa dei vari regolamenti del Comune di Bari.
Mi riferisco in particolare al Regolamento per l’erogazione dei contributi per attività culturali e di spettacolo. In pratica, nel Comune di Bari, per poter partecipare ai bandi cultura bisogna essere iscritti all’Albo degli Operatori Culturali e dello Spettacolo. E questo ci sta.
Non ci sta, però, che non sia totalmente chiaro quali siano i criteri per iscriversi. Mi hanno riferito, per esempio, che sia stata esclusa dall’albo una associazione che fa divulgazione scientifica perché testualmente “la vostra attività prevalente è quella di costituire un network di specialisti e cultori della matematica”. “Cultori” della matematica, eppure per il Comune di Bari la matematica non è cultura.
Tra l’altro questo Albo è stato istituito ai sensi di una legge del 2000 (poi abrogata) che prevedeva la necessità per gli enti pubblici di munirsi di elenchi dove inserire gli enti che avessero ricevuto già contributi pubblici, ai fini della trasparenza e le pubblicità, e non per escludere altri operatori. E, comunque, dal 23 novembre è entrato in vigore il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), per cui potrebbe anche avere senso includere automaticamente nell’Albo gli iscritti al RUNTS, dato che le piccole realtà non riescono poi con facilità a districarsi nelle differenze formali dei vari elenchi territoriali.
A parte le discussioni di metodo, la verità è che capita sovente che i bandi dei municipi vadano deserti, oppure che vengano esclusi dalle gare operatori culturali per mere questioni di forma e non di contenuto.
Chi ci rimette come al solito è il territorio e la cittadinanza che, per esempio in questo caso nel Municipio 3, si vedono privati di una iniziativa culturale natalizia (corso di musica e coro di voci bianche nelle parrocchie durante le festività natalizie) di sicuro valore. E considerando che l’offerta culturale nei municipi è quanto meno sporadica questo diventa un vero problema.
Mi sembra di poter dire senza troppi giri di parole che ci stiamo troppo irrigidendo nei regolamenti. È evidente che abbiamo un problema e dobbiamo tornare alle basi. Cercare il senso delle cose, riuscire a capirci, restare umani e non diventare gelidi applicatori di norme senza sentimento. Nel Consiglio di Municipio 3 dello scorso 6 dicembre ho manifestato la mia perplessità sull’attuale Regolamento, cercando di sensibilizzare sul tema l’Assessora Pierucci e il Presidente della Commissione Cultura del Comune di Bari Giuseppe Cascella e invitando tutto il consiglio municipale a lavorare in questa direzione.
Nel video il mio intervento integrale sul tema. Ho inserito anche i commenti del Presidente Nicola Schingaro e del Direttore Catanese. Come potrete constatare il tema ha diverse chiavi di lettura e già di per sé questo significa che è quanto mai opportuno riportare al centro del dibattito pubblico la questione e iniziare a valutare seriamente di modificare l’attuale Regolamento snellendo le procedure.