Consentitemi una umile riflessione: l’articolo scritto da la Repubblica – Bari sul concerto al San Paolo di ieri è vergognoso, frutto probabilmente di sciacallaggio mediatico di chi vuole costruire la classica narrazione che il San Paolo è un quartiere incivile, popolato da gente poco per bene e in cui non potrà mai succedere nulla di buono.
Perché dico questo? Per questi motivi:
1) ieri in piena estate in un parco in cui solitamente passeggiano 3 cani e 7 bambini si sono riunite circa 300 persone, presenti circa dalle 20.30 per assistere ad un concerto di musica classica
2) l’Orchestra della Fondazione Teatro Petruzzelli è stata accolta da ben 6 rappresentanti del Municipio 3 (Presidente di Municipio e 5 consiglieri), l’assessora alla Cultura e il sindaco di Bari
3) subito dopo l’episodio riportato nell’articolo l’Orchestra ha ricevuto 3 applausi di incoraggiamento, supporto e sostegno da tutta la platea che in silenzio e rispetto attendeva l’esito della valutazione che avrebbe preso l’Orchestra sull’iniziare o meno lo spettacolo
4) nonostante circa 1 ora di attesa non c’è stato 1 residente del San Paolo (dico 1 RESIDENTE) che si sia alzato e sia andato via. Non appena è iniziato lo spettacolo tutti seduti ad ascoltare e ad applaudire l’Orchestra in maniera appassionata e sentita
5) nonostante al termine dei 5 brani l’Orchestra si sia alzata senza nemmeno salutare, sebbene subito dopo aver capito la gaffe il maestro è ritornato sul palco per salutare tutti, ci siamo intrattenuti tutti quasi un’altra ora per parlare, commentare, vivere la nostra socialità in uno spazio da pochissimo restituito alla cittadinanza.
Nonostante tutto questo, cosa scrivono i giornali sul San Paolo? I sassi dei ragazzi (da condannare assolutamente).
Bene amici giornalisti, continuate la vostra narrazione come volete. Noi qui al San Paolo e in tutti i nostri quartieri periferici non abbiamo bisogno delle vostre righe (tra l’altro poche righe gratuite, le restanti solo a pagamento) che aumentano le “tensioni da social” e non restituiscono nulla al territorio.
Il San Paolo ha una pelle e una storia piena di cicatrici che non abbiamo problemi a riconoscere ma su cui tantissima gente (parroci, educatori, assistenti sociali, politici, maestre, volontari…) QUOTIDIANAMENTE lavora per sconfiggere non con chiacchiere da salotto ma con azioni concrete, faticose ma reali.
E sarebbe bello riuscirle a documentare ma, si sa, è sempre più facile distruggere che costruire. Quindi continuate a distruggere la nostra comunità, noi continueremo a radicare la nostra convinzione che il nostro territorio può cambiare e può migliorare.
Un bacione a tutti!