“Non ci credo ai politici, non ci ho mai creduto”.
Questa mattina ero a casa di mia nonna, capita che i sabato vada lì a lavare la macchina. Mi serve per distendere le tensioni della settimana.
Mentre ero prodigo nella mia attività, ho ascoltato una chiacchierata tra le signore affacciate al balcone. Al San Paolo si usa ancora così, nelle giornate di sole, tra un bucato e l’altro si chiacchiera in modo genuino, con le amiche e i vicini di sempre, lontani dalle comunicazioni senza colore di una chat.
“Io non credo ai politici, non ci ho mai creduto”, diceva una signora riferendosi ad un discorso che non ho colto all’inizio. Chiosava, poi, dicendo “Cioè, non è che non ci credo, ma è che non mi fido più”.
Pensavo a me, quando ho iniziato questa avventura come consigliere di municipio. Non sono una persona che viene dalla politica, non l’avevo mai fatta, non sono mai stato interessato alla gestione del potere. I discorsi che ho sentito questa mattina erano i discorsi che facevo con i miei amici qualche anno fa.
Però questa mattina sorridevo, perché il discorso che ho sentito era di una UMANITÀ unica. Ed è parte di una serie di discorsi che nei quartieri di PERIFERIA sentiamo costantemente, perché la verità è che NOI siamo alla costante ricerca dell’altro, abbiamo bisogno di riporre nell’altro la nostra fiducia. Perché siamo cresciuti in famiglie, in comunità che si sono sempre aiutate l’una con l’altra. È la nostra indole quella di cercare conforto in chi ci è vicino.
Per questo ci aspettiamo tanto da chi ci governa, per questo spesso rimaniamo delusi. Ma è proprio da questa nostra voglia di comunità che dobbiamo ripartire e rialzarci, anche in un periodo drammatico come quello che oggi viviamo.
Ora è il momento della pazienza, del senso civico. Arriverà il momento della ripartenza. Il momento della rinascita. È lì come comunità dovremo ritrovarci e, insieme, lavorare per ridare fiducia ai giovani, alle famiglie, ai nostri cari e a noi stessi.
L’alba della rinascita.